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Stampe e riproduzioni d'arte su tela

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Angolo Critico

Il simbolismo pop di Antonina Giunta

L’arte e il simbolismo pop dell'artista Antonina Giunta è fondato sulla forza dell'intuizione e sulla perizia tecnica

Articolo critico della Dott.ssa Melinda Miceli Il Critico d'Arte Melinda Miceli

Antonina Giunta artista
Antonina Giunta è la vincitrice dell’ambita sezione pittura del Premio internazionale Giotto indetto da Luz Cultural e Arts direct con Arte storica e Artes TV web, Globus Network Italia e Enciclopedia d’arte italiana, altresì Oscar delle Arti, ideato dal direttore artistico e critico d’arte Melinda Miceli. La stessa, dopo un attento vaglio delle opere pervenute, con la giuria tecnica composta da Ray Bondin, Stefano Reali, Alberto Moioli, Corrado Armeri, Jacek Ciborowsky ha decretato la vittoria dell'artista Giunta per la seguente motivazione: “Per la colta e originale sintesi simbolica che si rispecchia nella magistralità dell’Opera”. Il dipinto di Antonina Giunta tesse un vero mosaico di Francia, dove simboli ed elementi eterogenei si fondono in un unico strumento di narrazione sul divampamento dell'incendio di Notre Dame. Al centro della scena, il rosone infiammato si pone, nel suo dettagliato Gotico, come simbolo d'illuminazione e di eternità, cui solo l'eletto può orientare lo sguardo. La sua rosa ha origine dai giardini persiani, fonte di contemplazione, sede di corrispondenza alchemica con l’azione del fuoco. Nel cielo s'elevano dalla Senna colonne di fiamme interrotte da numerosi segni di croce, mentre la Tour Eiffel, simbolo civile e laico della Francia, sospeso sulle acque del fiume, smette di svettare su Parigi, apparendo come un pilone dorato. Notre Dame Anche questo elemento sottolinea il relativismo della scena: fu progettata da Eiffel più alta della cattedrale di Notre-Dame di ben 69 metri e 104 metri della cupola degli Invalides. La sua struttura reticolare a maglie triangolari, posta in relazione con il cerchio del rosone, simboleggia l’aspirazione umana verso la perfezione attentata. La gargoyle attende e osserva la scena immota, mentre appare da un altro tempo l'eroina Giovanna D'arco, la damigella di Orleans, in guardia con la spada sguainata che aizza il suo destriero imbizzarrito per salvare la città di Dio dalla città satanica. La chiave della figurazione, avvolta in un doppio ritmo di stasi e dinamicità, sta nella grottesca gargoyle che caricata di senso magico, dovrebbe proteggere la Cattedrale da ogni minaccia, ma sembra avvertire l'eroina che gli spiriti maligni sono già all'interno del tempio. Un'opera d'arte di smagliante bellezza, animata da una carica rivoluzionaria in cui i colori primari surrogano i quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco in uno scenario di trasparenze nel quale tutto si lega e si dissolve come l'oro nell'Opera alchemica”.

“Nata a Catania, Antonina Giunta vive ed opera nella sua città di nascita. Dopo il diploma di Geometra consegue quello di Maestro d’arte presso l’Istituto d’arte di Catania e in seguito la laurea in ostetricia. Come cesellatrice ha realizzato per l’argenteria Freni di Catania a partire dal 1978, corone, tabernacoli, tiretti, calici, copertine di Bibbie e Vangeli usati nelle liturgie di molte chiese siciliane. Ha aderito a diverse mostre con Enti locali e istituzionali e associazioni Culturali come Sicilia Nostra e Certamen Internazionale sulle Cattedrali riscuotendo Oera di Antonina Giunta grandi consensi di critica e committenza.

Il motto delfico di Socrate, "conosci te stesso" ovvero la tua anima, intriso di Orfismo e Pitagorismo, sembra percorrere l’intera produzione artistica di Antonina Giunta. L’artista attraversa le correnti dell’iperrealismo, del concettuale e della Pop art con un andamento tematico e stilistico che si fa percorso introspettivo, e strumento di espressione di una creatività provocatoria e rivoluzionaria, in stretta sinergia con gli anni del boom economico. Opere coloratissime e di grande formato propongono icone e temi di diverse correnti artistiche che sfociano nell’ultima produzione interamente dedicata all’avanguardistica Pop art.

La Giunta, superando le concezioni mitico-religiose degli anni 80, sposta nella sfera elevata, elementi catturati dal mondo della pubblicità, della televisione, del fumetto, ad un’atmosfera patinata e accattivante e spesso ironica, per poi “ricrearli” attraverso un processo di ricerca della conoscenza universale. Il cosmo è una dimensione olistica ed in tale estetica pop, si apre ad un voyeurismo mitigato, dove emergono la sensualità del corpo e la sessualità come un radice costante dell'ispirazione e dell'immaginario collettivo, elementi imposti dal mercato e dalla pubblicità, divenuti soggetti e oggetti della sua attività artistica. Il colore diviene dunque, innaturale, segue una regola implicita di colori seriali, dove la duplicazione dà ordine all’alterità tra forma e sostanza. I soggetti sono espressione di orizzonti ermeneutici e dialettici complessi sottolineando l'efficacia Opera di Antonina Giunta delle immagini quotidiane attraverso la semantica delle nuances accese. I colori primi protagonisti della scena: giallo, azzurro e rosso vivo e aggressivo affermano una viva e persuasiva cromia per il loro effetto psico-sociale.

La passione per la figura umana si coniuga con la voglia di esattezza del dato, ma anche con la suggestione e come sommatoria di frammenti che si presentano in un’alchemica costruzione e trasmutazione, l’immagine viene ricomposta con una tecnica a bande in pochi e unitari temi cromatici.
La predilezione per una struttura figurativa pensata come modulo ritmato, si perde tra il fluire del tempo in continuo, del moto perpetuo e nella presenza di un universo poetico, che suggerisce un invito alla decantazione di immagini non precostituite, e alla restituzione di un quotidiano che restituisce il paziente travaso del vedere.

L’arte di Nina Giunta, fondata sulla forza dell'intuizione, sulla perizia tecnica originale e fortemente espressiva, è pronta a dileguarsi a favore degli effetti immaginifici, dai quali traspare sia l'orgoglio di una matrice accademica che la rivendicazione di una personale e matura liberazione da essa, nell’esplicita dicotomia tematica e figurativa”.

Dott.ssa Melinda Miceli Critico d'arte Enciclopedia d'arte italiana, Ars Magistris, Luz Cultural, Arts direct, Arte storica, Globus, Pittart, Artes TV web.
Vicario Internazionale per la Cultura e l'arte dei Templari Federiciani.