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Articolo critico del Dott. Franco Bulfarini
Una pittura che parla al futuro, quella di Marino Lecchi
nato a Capriate San Cervasio di Bergamo
Astrazione, Informale alla Tapiers? Per Mario Lecchi sono cose passate.
La sua pittura parla al futuro. Egli si avvale di una personalissima
interpretazione cromatica, che indaga l’uomo, la sua evoluzione panica,
il mistero d’esistere.
Una definizione plausibile della sua pittura, ma non certa, potrebbe
essere: “espressionismo neuro-avveniristico”.
Nell’arte di Lecchi vi è
l’embrione di una nuova visione, ancora da svelare e comprendere a pieno.
Le opere quasi sempre nel formato cm. 80x80 servono a rendere una dimensione
centripeta che si rapporta col cosmo interiore ed esteriore. Un piacere visivo
destinato all’apprezzamento di osservatori ed estimatori competenti, attuali
ma soprattutto futuri. Poiché Mario Lecchi riflette istintivamente sul
futuribile, che rappresenta nelle sue proiezioni immaginifiche.
La tecnica
mista rende l’artista libero di esprimere uno stilema ricco di interazioni
creativo cromatiche straordinarie, che generano visioni emozionali nella
dimensione centripeta.
Le tele di cm. 80x80 sottolineano la volontà
concretizzata di guardare al cosmo. Come non leggervi percorsi energetici
di umanità, contorcimenti e passioni declinati da sferzate di energia sempre
tendenti all’equilibrio compositivo, quasi ad indicare sulla tela un momento
preciso dell’evoluzione.
Si concretizza pertanto un patos immaginifico da
ammirare per gli esiti inusitati e stupenti tanto da farmi dire che nelle
opere di Lecchi non c’è solo l’interazione col mondo ma con l’intero universo,
ove ogni lavoro portato a conclusione ne svela un aspetto recondito.
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