Cenni biografici
Dopo le scuole medie, si iscrive all'Istituto d'Arte di Sorrento in cui apprende le tecniche della tradizione artigianale sorrentina: ebanisteria e tarsia.
Durante gli studi artistici e la frequenza accademica, il suo naturalismo espressionista subisce
il fascino della surrealtà di Dalì e in quella scelta estetica produce opere di grande respiro, nella magica resa della
realtà del fantastico.
Spirito tormentato e inquieto sperimenta sempre più ardite soluzioni pittoriche.
Alla fine degli anni '80 inventa la de-pintura, una tecnica che sfrutta la scolorazione artificiale della tela jeans tramite l'uso
della candeggina, per creare le immagini. Con un'opera jeans, nel 1990, vince il premio "Arte Mondadori".
Negli ultimi anni di questo fine millennio ha dato inizio ai "Caffè d'Autore"(opere dipinte con il caffè), ma anche con il vino.
Tra “candeggine, caffè e vino”, nell'autunno del 2003, dopo diciassette anni e una grande nostalgia, ha ripreso a dipingere con i colori ad olio.
In sintesi, tutto ciò che la natura genera e l’uomo produce diventa sostanza con Nico Taminto, che nel sociale difende l’equilibrio e l’armonia.
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