ESPOSIZIONI PERSONALI E COLLETTIVE
1966 – Mostra premio Marina di Massa
1967 – Mostra Premio Viareggio
1967 - Collettiva Galleria Gai – Firenze
1968 – VIII Rassegna pisana
1969 – XIV Rassegna pisana
1970 – Rassegna Internazionale - Desenzano sul Garda
1970 - V Premio nazionale Carnevale Viareggio
1970 - Collettiva Galleria d’Arte Macchi - Pisa
1970 - XV rassegna Nazionale d’Arte Termoli
1971 – VI Premio Nazionale “L’Animale nell’Arte“ Bottega Vageri - Viareggio
1971 – Mostra Personale Camp Darby di Tirrenia
1972 – Premio “Pisorno” di Arte Figurativa a Tirrenia – Medaglia d’oro
1972 – III Concorso Nazionale di Pittura “Bocca d’Arno” 1° trofeo Viviani – Medaglia D’Argento
1972 – Mostra Personale – Galleria d’Arte “Il Navicello” - Pisa
1972 – Mostra Personale - Galleria d’Arte Moderna “ Ca’ Rezzonico” - Venezia
1978 – Mostra Personale – Circolo Moto-Fides Marina di Pisa
1978/1980 – Mostre Collettive tenute a Ravenna, Pescara, Scalea, Salerno, Trento, Bologna, Pisa
1985 – 1° Rassegna “gli artisti pisani sul Gioco del Ponte” - Pisa
1992 – 17° Edizione Concorso nazionale di pittura e Grafica – Salsomaggiore Terme
2003 - XXXV Mostra di Pittura e Bianco e Nero “Premio Primavera 2003” - Foggia
Scrivono dell'artista Sergio
Franceschi
. . . Il suo linguaggio, il suo stile è così caratteristico che lo rende immediatamente riconoscibile e diverso dagli altri. Il suo modo di presentarci l’uomo, la donna, la natura, alterandone i lineamenti, come per voler meglio evidenziarne i sentimenti, fa sì che dalle sue tele emergono figure simbolo, sogni e realtà che si confondono.
. . . Essenzialmente i suoi lavori non sono costruzioni ma visioni, crea un mondo a sé, con la propria coerenza e consistenza, arrivando a mutare certi modi interpretativi del surrealismo più sul piano emotivo che su quello formale: attraverso il linguaggio della pittura, il suo messaggio va oltre il puro segno ed il puro colore.
. . . Le opere di Sergio Franceschi mostrano chiaramente i problemi più scottanti che l’umanità è costretta oggi ad affrontare. Sono problemi di vita e di morte, ma intrisi di quella speranza che l’uomo non abbandona mai. Ogni dipinto è una testimonianza chiara, una precisa analisi dei dilemmi che urgono dentro di lui. L’opera di Franceschi ha un senso: il recupero dell’uomo, della natura, entrambi violentati dal nostro tempo.
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