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Il naturalismo intimistico di Massimo La Volpe

L'arte di Massimo La Volpe è propensione alla visione della realtà o vi è anche una dose di silenziosa meditazione che rende il suo naturalismo una sorta di ‘naturalismo intimistico'?

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Articolo del critico d'arte Anna Rita Delucca Il critico d'arte dott.ssa Anna Rita Delucca

Foxi - La fedeltà
Il termine ‘Naturalismo’, in arte, definisce un modo di dipingere il mondo così come esso ci appare.
Il termine ‘Intimismo’ racchiude in sé la sfumatura d’una rappresentazione dell’animo umano nella sua pacata e semplice quotidianità.
Il nutrito corpus pittorico di Massimo La Volpe riassume un’intima concezione della natura raffigurata attraverso paesaggi, ritratti umani o di animali, interni rustici o soggetti floreali.
La sua origine partenopea emerge chiaramente nelle marine o nelle scene campestri che palesano un amore profondo non solo verso la tradizione pittorica dei grandi maestri dell’impressionismo francese, come Monet, ma soprattutto, di quegli straordinari veristi napoletani - come Filippo Palizzi, per citarne uno soltanto - che segnarono la storia dell’arte italiana della seconda metà dell’Ottocento.

TulipaniAd ogni modo, mentre il verismo si prefissò lo scopo di mostrare nell’arte visiva e letteraria la realtà così com’era, con una predilezione a suggerire il punto di vista dell’autore, la pittura di Massimo La Volpe si avvicina maggiormente ai canoni del Naturalismo, corrente che si proponeva di evidenziare l’oggetto pittorico nella propria, totale, spontaneità; probabilmente giocoforza fu anche il suo esordio nell’arte, molti anni or sono, come fotografo paesaggista, passione che lo incitò a cogliere e fissare l’immagine nell’immediatezza dell’attimo stesso in cui si rivelava ai suoi occhi, ma se ciò lo potrebbe accomunare al realismo, in verità la tecnica per immortalare la scena gli serve esclusivamente ad ottenere un fermo/immagine che andrà a rielaborare in un momento successivo allo scatto fotografico, aggiungendo e costruendo nuovi dettagli, affioranti dal cassetto della sua intima fantasia.
Ecco allora, che inizia a prendere in mano la spatola e i colori, li getta disinvoltamente sulla tela, corposamente li mescola, li sparge con vivace e calda armonia, si ferma, li lascia asciugare, riposare e poi, dopo qualche giorno, riprende la spatola ravvivando ancor più la sua tela Guardando l'orizzontecon delicati fiori, malinconici paesaggi, intimistici ritratti di persone, cani e soggetti di vita quotidiana, pacata, serena ma profondamente reclinata in una poetica interiore, extratemporale, sconosciuta al mondo che sta fuori. Allora potremmo chiederci: la sua è dunque davvero una propensione alla visione della realtà in sé stessa e per sé stessa o vi è anche una dose di silenziosa meditazione che rende il suo naturalismo una sorta di ‘naturalismo intimistico’, così come ci viene spontaneo definirlo?
Una cosa è certa: la sua pittura si fonda sulla spessa materia generata dal rapporto tra segno e cromatismi, la natura nei suoi quadri affiora con una sensibilità mista di tradizione e di stile personale, quasi a volerci ricordare che senza la tradizione la cultura si estingue.