CHI SONO
Piero Pallari Leonardo (Leonardo è il nome di battesimo) nato in provincia di Siena il 30/03/1953, a Petroio, (dove tutt’oggi ho un piccolo laboratorio artistico) piccolo borgo medievale nel Comune di Trequanda, situato sulle colline tra la val di Chiana senese e la val d’Orcia, famoso per la produzione manufatti in terracotta, è qui, (dove molti sapevano creare forme con soggetti sempre nuovi) che sin dalla tenera età ho acquisito dimestichezza all’uso della creta in tutte le fasi, fino al compimento dell’opera.
Plasmare, modellare, per me sono stati i primi passi, dai quali è nata la passione per l’arte, vivere in un luogo dove tutto intorno era incontaminato, dove tutto parlava di storia, dagli etruschi al medioevo.
Poco lontane, a vista d’occhio, vi sono città come, Pienza, Montepulciano, Montalcino, Cortona, dove vi sono opere sia architettoniche che paesaggistiche ineguagliabili. Per me è stato naturale, conoscere e approfondire la storia e l’arte in tutte le sue forme. Oggi esprimere quello che
voglio in piena libertà, senza nessun obbligo e senza imposizioni, per me, è la cosa più importante.
LA TECNICA E QUELLO CHE CERCO
Non ho preferenze assolute, dipingere ad olio o acrilico, acquerello o carboncino, scolpire legno o marmo, plasmare creta o plastica, fotografia o digitale, non fanno differenza. Oltre la scultura, per questo ho scelto la punteggiatura a rilievo, per i miei quadri, è una tecnica molto faticosa, ma offre la possibilità di rappresentare dei lirismi non comuni.
Premetto che non sono capace di dietrologie, amo il concreto e la vita, quindi, sono materialista, nelle opere cerco sempre di configurare la vita, l’intensa emozione dell’attimo.
Nei primi anni ottanta gironzolando per librerie, alla ricerca di una biografia di Klimt, per puro caso, resto colpito dalla copertina di un libro dal il titolo Chaos, come si suol dire, visto-preso.
Nell’era dell’informatica, i frattali sono forme fantastiche, (non lo sono).
La fisica quantistica, sembra in fase di trasformazione, forse sta scovando cose che pochi conoscono, l’interpretazione più comprensibile è quella dell’Insieme di Benoît Mandelbrot (Varsavia, 20 novembre 1924), matematico polacco naturalizzato francese, è il fondatore di ciò che oggi viene chiamata geometria frattale (1979) :
“La proprietà forse più affascinante dell’insieme è che esso può essere considerato un «deposito» di immagini di efficienza infinita: oltre a suddividere gli insiemi di Julia in connessi e non connessi, l’insieme di Mandelbrot funge anche da indice diretto e grafico di un numero infinito di insiemi di Julia”. In parole povere, se la fisica con le proprie formule matematiche è riuscita a creare il ripetersi della stessa forma, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, constatando che anche in natura, vi sono cose connesse come piante, fiocchi di neve, cose non connesse come terra, acqua (teoria del caos) è naturalmente consequenziale che il pensare ragionato, porti a dire, che, se la natura è veramente collegata a questa teoria, forse, l’uomo potrà un domani debellare malattie, e, chissà, viaggiare nel tempo e nello spazio, senza muoversi, (a me piace pensarlo).
La filosofia è scritta nel grandissimo libro che è l’universo, in una lingua che è la matematica…
i cui caratteri sono triangoli, cerchi e altre figure geometriche. Senza queste è come aggirarsi in un oscuro labirinto. Galileo Galilei
E qui mi fermo, altrimenti dovrei entrare in altri argomenti, e il rischio di essere noioso per coloro che amano l’arte, è alto.
QUELLO CHE PENSO DELL’ARTE L’arte è
l’espressione di ciò che si sa, e l’impressione di ciò che non si sa,
rappresentato, dimostrato, raffigurato, espresso, inconsciamente studiato e/o
immaginato.
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