Cenni
Biografici Lucio
Vitale nasce a Roma nel 1939. I primi interessi concreti per il mondo della pittura nascono intorno alla fine degli anni 60 quando assieme al pittore Vincenzo Celi fonda a Messina la "Galleria d'Arte 70". Il percorso pittorico professionale inizia intorno agli anni 80 quando rientra a Roma, città natale. Frequenta corsi formativi presso scuole artistiche private e si perfeziona presso lo studio d'arte Ninni Verga in Roma. Dagli anni 80 e fino alla metà degli anni 90 ha prodotto opere usando supporti di tipo classico come carta, legno e tele per stendervi colori ad acqua, acrilici ed a olio. Dal 97 in poi, con il nome d'arte Luvit, utilizza per le sue opere il metacrilato a cui si dedica prevalentemente: questo supporto ben si presta al suo dipingere che presto abbandona ogni schema tradizionale per proporre arte all'uomo di oggi che sempre più tende a vivere in quel mondo virtuale con gli strumenti che l'inarrestabile realtà tecnologica gli offre. Retro dipinge la lastra di plexiglass per rendere impalpabile la materia, giocare con la virtualità delle immagini, alimentare la fantasia e con essa stimolare la fuga nell'immaginario per un uomo che sempre più si sta smarrendo nel pragmatismo esasperato. Il suo dipingere acquista il sapore della novità, della unicità e soprattutto della contemporaneità.
Lăcĭnĭae
Nel linguaggio dei filologi, la parola è usata nel significato originario di brandello, frammento, lembo e proviene dal verbo latino “lăcĕrăre”. In psicologia simboleggia una decisione o un passo irrinunciabili; una rottura con il concetto di ordine esistente, con uno status quo, con una situazione dalla quale si desidera evadere ed iniziare a percorrere nuove strade.
Il cucciolo d’uomo, al momento della nascita, non può sottrarsi alle cure dell’adulto pena la sua sopravvivenza. La sua capacità di rapportarsi con l’ambiente circostante dipenderà prevalentemente dall’apprendimento che avrà acquisito durante la sua crescita.
Raggiunta l’autonomia e l’indipendenza, si fa strada il desiderio di liberarsi di quelle sovrastrutture comportamentali acquisite per percorrere nuovi sentieri ove massimizzare le proprie scelte.
Morte e rinascita sono passaggi e momenti che in psicologia caratterizzano l’Uomo ed ancora oggi, presso società tribali, sono fortemente simboleggiate da rituali d’iniziazione che alla fine “lacerano” il vissuto per instaurare un nuovo status.
Quasi una deflagrazione, più o meno protratta nel tempo, caratterizza questi mutamenti. Frammenti del proprio vissuto si propagano nel nuovo spazio mentre lembi di superate culture ancora insistono nei momenti decisionali, sovrapponendosi ai timori dei nuovi passi.
L'artista Luvit raffigura questi passaggi muti con un'iconografia, ove la sfera domina la rappresentazione pur lacerandola e spargendo frammenti tutto intorno. La sfera rappresenta la perfezione, ma contiene un mondo limitato, pur racchiudendo un movimento ciclico di rinnovamento. E’ l’uovo cosmico che ha bisogno di frammentarsi per spargere nuova esistenza. Frammenti di sfere come frammenti del Se che si muovono in una luce anch’essa sferica, astro pronto ad illuminare il nuovo sentiero. Distruzione e creazione convivono: la distruzione vive di forza centrifuga, mentre la creazione si affaccia ad occupare il centro della rappresentazione, pronta ad impadronirsi degli spazi liberati, pur racchiudendo al suo interno, il destino di un futuro big-bang.
La scelta cromatica predilige tonalità ove risulta ben leggibile il tormento che accompagna questi passaggi. Ciano, Magenta e giallo si fondono fino a sfiorare i grigi, accompagnando nelle sue tonalità il processo di morte, pronti, però, a restituire la luce ove la rinascita riafferma l’eterno ciclo della vita.
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